Roberto PECCHIOLI
Una città italiana, interno giorno, ore tredici. Il bus extraurbano è pieno di studenti del liceo che tornano a casa dopo le lezioni. Tutti i posti a sedere sono occupati, alcuni dai voluminosi zaini carichi di libri. Diversi giovani sono in piedi, solo due o tre passeggeri, tra cui lo scrivano, non sono in età scolastica. Colpiscono tre elementi: gli zaini pieni e pesanti, innanzitutto. Libri molti, studio poco: prima incongruenza. Secondo elemento, il silenzio innaturale dei ragazzi. Nulla della naturale confusione dell’età, l’ allegro “casino” che caratterizzava altre generazioni. Terzo, corollario e ragione del silenzio: tutti, ma proprio tutti, maschi e femmine, seduti o in piedi, sono chini- quasi religiosamente- sullo smartphone.
L’oggetto non più strumento, ma ragione di vita, cornucopia, medium di ogni relazione con il mondo, sostituto del … [continua a leggere ..]
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Articolo apparso sul sito web maurizioblondet.it. Questo é solo un trailer dell’articolo originale. Tutti i diritti dell’articolo sono riservati al produttore.
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