di Roberto PECCHIOLI
Crìa cuervos y te sacaràn los ojos, alleva corvi e ti caveranno gli occhi, recita un proverbio spagnolo, alludendo all’ istinto dell’ uccellaccio. Le generazioni più giovani hanno la naturale tendenza a non seguire le orme dei genitori. La differenza, rispetto al passato, è la natura distruttiva delle opinioni che vengono fatte prevalere. Stiamo allevando mostri che finiscono per odiare tutto e tutti in nome del nichilismo travestito da liberazione in cui sono state cresciute da mezzo secolo le generazioni occidentali.
Totalitarismo della dissoluzione, lo chiamò Augusto Del Noce. Non ci uniamo al coro stucchevole di chi accusa i giovani: sono come noi –generazioni al tramonto o al comando- li abbiamo voluti, programmati, ingannati. E’ giunta a compimento la lezione orribile del Sessantotto: “il grande rifiuto” prescritto da Herbert Marcuse, l’odio per ogni autorità e per ogni passato, l’immaginazione al potere che chiama diritti i desideri e i capricci, il rigetto di tutto portato alla conseguenza estrema, il rifiuto di lasciare eredità, il culto incapacitante dell’ “emozione”, ovvero il regno dell’ attimo, dell’esperienza immediata.
Significativo è il nome scelto da uno dei gruppi di ultrà “climatici” convinti dell’imminenza dell’ apocalisse ambientale: Ultima Generazione. Ultima non solo in senso temporale, ma anche culturale, destinata a non lasciare traccia se non la distruzione, che pratica attaccando le opere d’arte. … [continua a leggere ..]
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Articolo apparso sul sito web maurizioblondet.it. Questo é solo un trailer dell’articolo originale. Tutti i diritti dell’articolo sono riservati al produttore.
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