di Roberto PECCHIOLI
Stimiamo Marina Berlusconi per le sue capacità imprenditoriali e per il sostegno al padre Silvio, simile a Stefania Craxi, custode della memoria di Bettino. La sua intervista al Corriere della Sera , tuttavia, ci ha indotto a una riflessione sul concetto di libertà. E’ importante l’affermazione che sui temi “civili” ( ovvero sui nuovi diritti individuali) Marina si sente più vicina alla sinistra. Nessuno stupore: è il destino della libertà liberale, il cui centro è la neutralità assiologica, ovvero l’idea di libertà sganciata da qualsiasi morale condivisa. Indifferenza che dà via libera alla volontà, al capriccio, al desiderio e alla pretesa soggettiva di “diritti”- prevalentemente sessuali e “riproduttivi”- sino a promuovere la manipolazione della vita al suo inizio, durante e alla fine.
E’ la carta d’identità dell’Occidente odierno, diviso tra liberali liberisti e libertari progressisti. Il grande partito unico di sistema, in cui la componente progressista detta la linea sui temi civili o “societali” e l’altra sulla gestione economica. Destra del denaro e sinistra dei costumi, la definizione di Jean Paul Michéa. E’ la posizione della figlia di Silvio e di parte della destra di sistema, ben felici che l’avversario “ di classe” abbia abbandonato i temi sociali, la critica al capitalismo, l’avversione per il potere della finanza. Business as usual, affari come sempre, è l’unico vero slogan della libertà liberale. Di tutt … [continua a leggere ..]
Puoi continuare la lettura di tutta la notizia nel sito dell’autore
Articolo apparso sul sito web maurizioblondet.it. Questo é solo un trailer dell’articolo originale. Tutti i diritti dell’articolo sono riservati al produttore.
0 commenti