Roberto PECCHIOLI
Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, scrisse Agatha Christie. Se gli indizi si contano a decine, l’evidenza fa tremare i polsi. Parliamo del rapidissimo declino della libertà di pensiero e di espressione nell’ avanzato, progredito mondo occidentale. L’espediente è bollare come disinformazione o falsa notizia ( fake news, nel grugnito globish) ogni espressione di dissenso. Le tavole della Verità sono possedute in regime di monopolio dai vertici del potere ed amministrate da un clero regolare di servi: giornalisti, intellettuali, politici. Chi disinforma- ossia esprime la sua opinione- viene prima ridicolizzato e screditato, quindi sottoposto a procedura penale.
La chiamano democrazia , ma è democratura. Le forme apparenti restano quelle della democrazia rappresentativa, la sostanza è la dittatura di un pensiero unico espresso a voci unificate. Il termine democratura, coniato dall’uruguaiano Eduardo Galeano, fu descritto negli anni Sessanta dallo svedese Vilhelm Moberg. “ In una democratura vengono preservate elezioni generali libere, anche la libertà di parola è formalmente preservata, ma la politica e i media sono controllati da un sistema che cerca di garantire che solo determinate opinioni siano discusse pubblicamente. La conseguenza è che i cittadini vivono in una società influenzata da immagini distorte della realtà. L’oppressione delle opinioni inappropriate è ben nascosta, il l … [continua a leggere ..]
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Articolo apparso sul sito web maurizioblondet.it. Questo é solo un trailer dell’articolo originale. Tutti i diritti dell’articolo sono riservati al produttore.
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