di Roberto PECCHIOLI
Nel mio quartiere si gusterà una “pastasciutta antifascista”. Immagino per via del sugo in cui dominerà il rosso vivo della salsa di pomodoro. Le cuoche e i cuochi (bisogna essere inclusivi, trattandosi di compagni) delizieranno il palato confermando la vocazione laica, democratica e antifascista ( ai miei tempi si diceva così). Una buona serata e una piacevole degustazione: sempre allegri bisogna stare. Allegria che diventa giubilo dinanzi alla lodevole iniziativa di due deputati democratici, che propongono di cambiare il nome del parlamento: Camera delle Deputate e dei Deputati, in ossequio alla beata inclusione. Se fossi trans, queer, bi o un altra delle lettere dell’alfabeto gender, sarei offeso: discriminazione a danno degli infiniti generi del paradiso sessuale. Camera de * Deputat* è più inclusivo, con l’asterisco scolpito nel marmo.
Quando i pazzi guidano i cie … [continua a leggere ..]
Puoi continuare la lettura di tutta la notizia nel sito dell’autore
Articolo apparso sul sito web maurizioblondet.it. Questo é solo un trailer dell’articolo originale. Tutti i diritti dell’articolo sono riservati al produttore.
0 commenti