di Roberto PECCHIOLI
L’estate del nostro scontento lascia ferite troppo profonde per poter essere rimarginate. Le cicatrici rimarranno per sempre: nel mondo invertito abbiamo visto tutto ciò che non potevamo neppure immaginare. Olimpiadi in cui la civiltà è stata fatta a brandelli da una cerimonia inaugurale folle, figlia legittima del tempo dei pazzi al potere e in cui donne-non donne vincono medaglie per manifesta superiorità endocrina mentre travestiti blasfemi sbeffeggiano l’eucaristia. Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale afferma di non saper distinguere un’atleta uomo da una donna. Poveretto.
Il presidente della repubblica in cui non ci riconosciamo premierà i vincitori di medaglie italiani ( di stirpe e di cittadinanza, poiché essere italiani è un accidente burocatico) ma anche i quarti arrivati, quelli che una volta chiamavano con sarc … [continua a leggere ..]
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